RITRATTO
Connie Imboden è l'ambiguità. Al di là dell'eccentrica sessantenne con i capelli bianchi naturali che pubblica le foto del suo paracadutismo, il suo lavoro è enigmatico e oscuro. Connie è una fotografa americana nata nel 1953 che vive e lavora a Baltimora come professoressa d'arte alla Notre Dame University. Ha organizzato workshop a New York, ai Rencontres d'Arles, nella Repubblica Ceca e negli Emirati Arabi Uniti. Connie è presente in molte collezioni permanenti, in particolare al MoMa di New York o al BNF di Parigi, così come in molte altre collezioni pubbliche e private in Europa, America e più recentemente in Cina. Nel 1992 è considerata la grande scoperta del mese della fotografia a Parigi. Parte del suo lavoro è costituito da foto di corpi o parti di corpi nudi, immersi o completamente immersi nell'acqua, un bacino d'acqua dipinto di nero e ricoperto di specchi con un gioco di riflessi, riflesso, che distorce e rimodella il corpo, un corpo surreale distorsione, aprendo la strada a nuovi punti di vista e un nuovo aspetto del fisico originale. Trova la sua ispirazione nell'alchimia dell'acqua e della luce, del riflesso e del corpo nudo sommerso. Le sue immagini hanno il potere di scioccare, sorprendere e respingere. È tutta una poesia metaforica sul corpo e sul volto, come un'indagine sulla condizione umana. C'è una calma tragica e romantica, reverenziale e ostentata. Con questa messa in scena, l'occhio è disturbato, proprio come l'acqua, e non sei più sicuro di ciò che stai vedendo.
Le immagini prendono vita quando si lascia sfuggire la mente, quando non è più guidata solo dalla percezione dei suoi occhi, guidata dalla poesia del mondo che la circonda. All'improvviso, lo spettatore è generalmente stupito, non solo da questa bellezza visiva e da questa sincerità, ma anche da questa complessa deformazione della nostra mente. E anche se le porte sono lasciate aperte a ogni tipo di interpretazione, il suo lavoro rimane metaforico e poetico. Il cielo sopra le modelle è scuro, come il fondo della piscina sotto di loro. Il nero coincide con la profondità psicologica e l'oscurità del suo lavoro, come un'eco.
- Trova la continuazione di Connie Imboden inRivista normale n. 4 -